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Carl Haywood e i trent’anni dell’Associazione “Sistema Multiproposta”

Nel 2020, Multiproposta ha compiuto trent’anni. Un compleanno in tono minore, in un tempo complicato dalla pandemia e dalle sue ripercussioni su ogni attività, comprese quelle di formazione. Un compleanno che si intreccia con il cordoglio per la scomparsa di Carl Haywood , che è stato all’origine di buona parte delle attività di Multiproposta a partire dall’introduzione in Italia del suo programma di educazione cognitiva per bambini “Bright Start”, all’inizio degli anni novanta.
Ecco come l’autore stesso presentava il programma:
“Bright Start è un curricolo cognitivo e metacognitivo per bambini tra tre e sei anni, e per bambini con moderato ritardo mentale fino a otto-nove anni. E’ stato creato in origine per bambini con sviluppo nella norma ma ad alto rischio di fallimento scolastico (cioè per bambini provenienti da famiglie povere, di culture diverse e appartenenti a minoranze etniche), ma è stato utilizzato con successo con bambini in situazione di handicap da leggero a grave…Il curricolo è stato progettato come un’immersione totale in un’atmosfera che promuova lo sviluppo cognitivo… La sua “filosofia” si situa tra il rigoroso costruttivismo piagettiano e la posizione socio-culturale di Vygotsky” . Una delle principali funzioni del programma, e in genere dell’educazione cognitiva, è “livellare il campo di gioco”, “dando a tutti i bambini gli strumenti di cui hanno bisogno per padroneggiare il percorso scolastico” .

Multiproposta si proponeva per statuto di “operare nel campo della ricerca, della sperimentazione e dell’aggiornamento educativo e formativo” e nasceva da un gruppo di insegnanti, dirigenti scolastici, psicologi attivi sul fronte dell’integrazione degli allievi in difficoltà soprattutto nella scuola media e superiore, formando i docenti, ad esempio, all’utilizzo del PAS di Feuerstein e del DELV di Buchel. La diffusione del programma “Bright Start” di Carl Haywood dava all’associazione la possibilità di lavorare anche con gli insegnanti di scuola dell’infanzia e inizio primaria per l’inclusione dei bambini in difficoltà e, in generale, su una prevenzione precoce, quindi più efficace, dell’insuccesso scolastico.

Ho conosciuto Carl Haywood nel 1991 ad Aix-en-Provence nel corso di un convegno che riuniva studiosi provenienti da varie parti del mondo sulle strategie per sostenere bambini e ragazzi con difficoltà di apprendimento. L’anno precedente avevo partecipato presso l’Università di Aix a un seminario full immersion di una settimana, in cui Jean-Louis Paour, allora direttore del Laboratorio di Psicologia della Conoscenza di quell’ateneo, oggi professore emerito, aveva presentato “Bright Start” e aveva introdotto, per la prima volta in Europa, una trentina di operatori dell’educazione e della sanità alle teorie che ispirano il programma e alla sua applicazione pratica. Ho condiviso quell’esperienza con i colleghi e amici Giancarlo Bonansea e Aurelia Picco, che avevano dato origine a Multiproposta proprio quell’anno e con i quali ho continuato a condividere studio e lavoro di formazione, fino a quando ci hanno lasciato, a pochi anni l’uno dall’altro. E’ grazie al loro ottimismo e alla loro determinazione che Multiproposta si è radicata sul territorio non solo piemontese, aprendosi ai contributi delle teorie e delle esperienze di educazione cognitiva che si venivano diffondendo in molti paesi dopo il fallimento dei programmi di educazione “compensativa” .

Questa stessa determinazione, questo stesso ottimismo hanno animato Carl Haywood fino all’ultimo. Malato da tempo, mostrava un’eccezionale forza d’animo e non rinunciava a mantenere i contatti con le persone che da lui avevano preso il via, continuando a diffondere i principi dell’educazione cognitiva, che definiva “come una strategia di insegnamento e di apprendimento il cui obiettivo principale è lo sviluppo e la promozione di processi sistematici riguardanti il percepire, il pensare, l’apprendere, il risolvere problemi” . In particolare, per quanto riguarda il programma “Bright Start”, l’educazione cognitiva si propone, scriveva Haywood, di “livellare il campo di gioco”: questo significa “dare a tutti i bambini gli strumenti di apprendimento di cui hanno bisogno per padroneggiare il percorso scolastico” . Gli sfondi teorici a cui si ispirano gli autori dei diversi e numerosi programmi sono diversi, così come lo sono i metodi didattici, ma l’aspirazione è unica: aiutare chi ha delle difficoltà di apprendimento, o rischia di averne, a sviluppare il proprio potenziale, in base al postulato secondo il quale, come affermava Reuven Feuerstein, “l’essere umano è aperto alla modificabilità, a tutte le età e a tutti i livelli di sviluppo”
Dare di più a chi ha di meno: questo l’obiettivo. Ma – come ha detto spesso Sylvie Cèbe, collaboratrice di Paour a Aix e oggi docente presso l’Università di Clermond-Ferrand, un’altra figura determinante nel cammino di Multiproposta – ci vuole chiarezza su che cosa sia questo “di più” e su “come” debba essere dato. La formula per una efficace formazione degli insegnanti sta tutti qui.
E’ quanto il gruppo dei formatori ha ricercato nel proporre alle scuole “Bright Start”, attingendo agli studi e alle ricerche di cui veniva a conoscenza grazie a Paour e Cèbe, che avevano introdotto il programma in Francia, ma anche grazie ai continui scambi con il suo autore. Avere dei buoni maestri, e poter interagire sistematicamente con loro, ha incoraggiato il gruppo a cimentarsi nella sperimentazione, a cercare il monitoraggio di esperti interessati all’educazione cognitiva come Cristina Coggi, docente di Pedagogia sperimentale a Torino, a riflettere sulle esperienze di applicazione che in diverse scuole hanno dato origine a tesi di ricerca e dottorato.

Fino all’ultimo Carl Haywood ci ha tenuti “nel suo cielo”. Ricevevo delle mail, anche poco prima della sua scomparsa, in cui chiedeva notizie sulle nostre attività con gli insegnanti e anche sulle persone che, nel corso delle sue visite in Italia, aveva conosciuto apprezzandone l’impegno. Credeva profondamente nel suo obiettivo, al di là di ogni tornaconto e chi, come noi, aveva lungamente lavorato insieme a lui era portato a condividerlo, nella sostanza e nelle modalità. Ecco quanto ci ha detto in videoconferenza, in occasione della seconda edizione del Convegno “Imparare ad imparare” che ebbe luogo a Torino presso l’Università nel marzo 2012, con la partecipazione di Jean-Louis Paour e Sylvie Cèbe:

“In ogni programma di educazione cognitiva, la formazione degli insegnanti è il cuore di una buona applicazione. Nell’ambito delle ricerche che confrontano l’efficacia di diversi metodi di insegnamento, il contributo degli insegnanti vale oltre sei volte quello dei metodi in se stessi. Quando i ricercatori non sono riusciti a dimostrare l’efficacia dei programmi di educazione cognitiva, un accurato esame della ricerca rivela che gli insegnanti non erano stati formati a fondo ai metodi oggetto di indagine. Così, quando valutiamo questi studi, dobbiamo chiederci quale formazione abbiano avuto gli insegnanti e quali prove ci siano che essi abbiano capito bene programmi e metodi”.

E non era soltanto l’amicizia, ma anche i risultati delle numerose tesi di ricerca, che portavano Carl Haywood a dare atto al gruppo di formatori di Multiproposta di avere fatto, e di continuare a fare un buon lavoro: “Come autore di uno dei programmi di educazione cognitiva che Maria e Giancarlo hanno diffuso, posso affermare che sono stati fedeli all’intento dell’autore, ma nello stesso tempo inventivi e creativi nell’adattare I programmi educativi alle necessità e alle circostanze locali. Fedeltà e flessibilità sono due caratteristiche difficili da combinare, ma nel nostro campo dell’educazione cognitiva, anche ai suoi inizi, questa combinazione è essenziale per una buona applicazione dei programmi”.

Carl Haywood non venne in Italia nel 2012, la sua salute non glielo permetteva. Così come non glielo aveva permesso nel 2003, quando Multiproposta organizzò un corso di perfezionamento che, al suo posto, tenne Penny Brooks, coautrice di “Bright Start”. Lavorammo però sui materiali preparati da lui, che traducemmo e utilizzammo per le formazioni successive.
Nel 2004, a maggio, l’Università di Torino potè ospitare Carl Haywood, insieme a Paour e Cèbe, grazie alla collaborazione del CIRDA (Centro Interstrutture per la Ricerca Didattica e l’Aggiornamento degli Insegnanti) e del Prof. Lorenzo Fischer, sociologo dell’educazione, che in quegli anni lo presiedeva.
Molti ancora ricordano come, di fronte a una platea gremita in Aula Magna, Carl avesse mediato con una semplicità e un’efficacia stupefacente una matrice di Raven per mostrare il cardine dell’educazione cognitiva: la mediazione, la capacità – per nulla scontata - di interporsi tra l’allievo e il compito per indurne la comprensione e la corretta esecuzione. Da quel convegno, che ospitava anche le sintesi delle prime tesi di ricerca su “Bright Start”, è nato il volume “Imparare ad Imparare” edito da Stampatori, al quale è seguito un secondo volume, edito da L‘Harmattan-Italia, dopo la seconda edizione del convegno nel 2012.

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Ci sono state altre occasioni in cui, con Giancarlo Bonansea, ho incontrato Carl Haywood in Italia: per esempio nel 2006 a Rimini, dove l’Associazione Connessioni lo aveva chiamato a tenere un corso di formazione su “Bright Start”, frequentato anche da alcuni membri di Multiproposta. I miei contatti con lui non sono mai cessati, grazie alla posta elettronica, attraverso cui ricevevo i nuovi materiali che andavano ad arricchire “Bright Start” e le risposte agli interrogativi che mi ponevo durante la traduzione in italiano. Gli mandavo via via i testi delle tesi di ricerca torinesi che indagavano vari aspetti del programma e che andavano ad arricchire la bibliografia internazionale in suo possesso. Ho attinto talvolta a quel repertorio, ricevendo rapporti di ricerca, articoli, aggiornamenti. Fino all’ultimo Carl Haywood ha dimostrato di andare oltre i riferimenti al mondo accademico di cui faceva parte per dialogare con il mondo degli insegnanti, degli educatori, di chi “provava” a comprendere e a mettere in pratica il suo programma. E lo faceva con cordialità e rispetto, qualunque fosse il livello di competenza dei suoi interlocutori.

Nel 2009, grazie alla collaborazione del CIRDA e del gruppo Arca Onlus, Multiproposta aveva potuto realizzare un’iniziativa a lungo desiderata, e auspicata da Carl Haywood, ma sempre rimandata per mancanza di fondi: un corso intensivo sulla valutazione dinamica tenuto da Carl insieme a Carol Lidz . Si trattava di arricchire la competenza di chi si preparava a utilizzare (e a insegnare) “Bright Start” con una modalità di valutazione che aiutasse a “trovare una via d’accesso all’intelligenza, per portarla alla luce, superando le barriere all’espressione dell’intelligenza” . Barriere dovute a ignoranza, differenza culturale, disturbi emotivi, differenze di linguaggio, sviluppo cognitivo inadeguato o bloccato. Per gli insegnanti, la sfida era di acquisire strumenti in più per avvicinarsi all’obiettivo principale, quello di diminuire le differenze di opportunità tra gli allievi. Essenziale fu la generosità dei relatori, che rinunciarono ai loro compensi per aiutarci a condurre in porto un’iniziativa alla quale molti, anche al di fuori di Multiproposta, attribuivamo grande valore. Da questa sono nate altre ricerche, secondo lo stile del gruppo, che ha cercato di coniugare la formazione degli insegnanti con lo studio, l’aggiornamento, la ricerca sul campo in collaborazione con studenti e docenti dell’Università di Torino. Tra le insegnanti-ricercatrici che hanno sperimentato la valutazione dinamica e ne hanno scritto in una tesi di dottorato e in successivi articoli c’era Susanna Piacenza, già da anni membro del gruppo e attuale presidente di Multiproposta.

Gli anni successivi al 2012 sono stati difficili per l’Associazione, che ha visto venir meno la collaborazione con il CIRDA, ente “caduto” nella riorganizzazione dell’Università, e l’apporto di competenza ed entusiasmo del presidente Giancarlo Bonansea e di due colleghe, Marisa Squillace e Monica Borgarello, vere e proprie “colonne” del gruppo, troppo presto scomparsi. Le attività di formazione, benchè diradate, sono comunque continuate, nonostante l’esiguità del gruppo e le crescenti difficoltà economiche delle scuole, che inducevano Multiproposta ad offrirle a costi minimi. Come Carl Haywood raccomandava, il lavoro di diffusione dell’educazione cognitiva non poteva arrestarsi: “Curricoli eccellenti, ma non resi noti, hanno lo stesso effetto di medicine prescritte, ma non prese” . Le persone rimaste nel gruppo hanno “gettato il cuore oltre l’ostacolo” e hanno continuato a promuovere “Bright Start”, sperando che altre più giovani si sarebbero unite a loro: “Il futuro – scriveva Giancarlo Bonansea – non è legato a una sola volontà, ma all’insieme di individui che decidono di operare per un fine condiviso” . Su quale sarà il futuro di Multiproposta si è molto riflettuto al suo interno in questi ultimi anni. La scomparsa di Carl Haywood ha rafforzato la determinazione a non lasciarne cadere il messaggio.

Il 2020 ha visto il blocco di ogni attività di formazione in presenza. Per quelle a distanza, che Haywood ci suggeriva, in autunno, sull’esempio di quelle condotte da Ruth Deutsch in Israele, ci ha trattenute il dubbio sulla loro efficacia: imparare ad applicare il programma “Bright Start” comporta la riflessione sul lavoro condotto “sul campo” con i bambini e soprattutto richiede di
affinare, con pazienza, le proprie capacità di mediazione, interagendo con i bambini in una varietà di situazioni. Questa almeno è stata nel tempo la via di Multiproposta alla formazione, perseguita – sono parole di Carl – “con una mistura ottimale di pazienza e determinazione” . Il perdurare della pandemia ha reso impraticabile questa via ma ha stimolato il gruppo a lanciare, utilizzando questa volta la modalità a distanza, un’occasione di confronto tra esperti sull’educazione cognitiva, destinata ad insegnanti e studenti. L’iniziativa, che avrà luogo a marzo 2021, nasce da una riflessione condivisa nel mondo della scuola: la didattica a distanza è stata un’opportunità, ma anche fonte di difficoltà ed emarginazione per una parte degli allievi. Gli insegnanti hanno il compito di aiutarli a ritrovare le capacità affievolite o perdute e di guidarli alla consapevolezza di come si apprende. A questo servono le idee e le pratiche dell’educazione cognitiva, della cui efficacia il convegno di marzo presenterà testimonianze autorevoli, all’insegna del ricordo e della riconoscenza per Carl Haywood. La speranza è che quando la situazione sanitaria si normalizzerà, anche le attività formative di Multiproposta potranno riprendere, con lo spirito di ricerca che ha valso al gruppo il pieno consenso del suo indimenticabile maestro.

Maria Teresa Mignone
Co-fondatrice di Sistema Multiproposta
Membro onorario dell’Associazione