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BRIGHT START SI E’ RINNOVATO

BRIGHT START SI E' RINNOVATO

Che cos’è BRIGHT START

IL programma di educazione cognitiva Bright Start di Haywood, Brooks e Burns è complementare rispetto al normale programma scolastico: lo “rinforza”, aiutando gli insegnanti e in generale gli adulti a prendersi cura dell’intelligenza dei bambini. È nato per i bambini della scuola dell’infanzia, ma qualche sua parte è stata sperimentata anche con i piccoli alla fine del nido e può essere proposto anche agli allievi delle prime classi elementari.

L’approccio educativo poggia sulla mediazione dell’adulto/insegnante e ruota intorno al sostegno di cui tutti i bambini, a maggior ragione se in difficoltà, hanno bisogno per lo sviluppo di processi fondamentali come, ad esempio, l’autoregolazione, la capacità di discriminazione e di confronto, di classificazione e categorizzazione, di seriazione, di assunzione di prospettive diverse.

Sullo sfondo c’è un’idea di scuola come luogo in cui, sin dai primissimi anni, si cura la capacità di apprendere e lo sviluppo dell’intelligenza, e una pedagogia fiduciosa nella capacità di miglioramento dei bambini.

Attraverso il programma, gli adulti acquisiscono gli strumenti per “guardare” i bambini mentre agiscono, nel gioco come nell’apprendimento a scuola, e per aiutarli a pensare e a “ragionare” al loro livello. Tali strumenti di mediazione si servono di “buone domande” che stimolano nei piccoli delle prese di coscienza rispetto a come affrontano una qualunque attività, facilitando la comprensione di ciò che fanno e la progressiva capacità di tradurla in parole. Questo approccio all’educazione ha una forte valenza metacognitiva, poggia su solide teorie psico-pedagogiche e si caratterizza per armonizzarsi con le caratteristiche evolutive dei bambini prescolari. 

Numerose ricerche svolte in molti Paesi ne hanno confermato l’efficacia per il futuro scolastico dei bambini.

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BRIGHT START IN ITALIA

Sin dai primi anni ’90 il programma ha cominciato a diffondersi in Italia in diverse realtà, dopo che una traduzione era stata messa a disposizione da Sistema Multiproposta. I risultati hanno attirato l’attenzione del mondo della ricerca didattica e pedagogica e con la collaborazione di docenti dell’Università di Torino e di Aix-Marseille sono state avviate numerose sperimentazioni, che hanno dato origine a tesi di ricerca.

Questi lavori hanno confermato l’efficacia di Bright Start e hanno rafforzato l’attività di formazione rivolta a insegnanti e genitori in molte scuole.

Il gruppo degli autori del programma aveva cominciato sin da prima della scomparsa di Carl Haywood a introdurvi arricchimenti e aggiornamenti. Oggi è  a disposizione la nuova versione, anche in traduzione italiana.

L’attività di formazione di Sistema Multiproposta, corroborata da un’esperienza trentennale, potrà così appoggiarsi su questo nuovo testo, che mantiene la struttura del precedente dando ai contenuti una forma più chiara e concisa.

Il sito di BRIGHT START

In occasione della nuova versione è stato inaugurato il sito internazionale di Bright Start brightstart-ccyc.com, che alla voce “Forum” ospita, in varie lingue, domande che provengono da insegnanti, educatori, genitori su aspetti importanti dell’applicazione del programma e le risposte di formatori ed esperti che fanno parte del Comitato Internazionale Bright Start.

 


Dallo scambio sul Forum: qualche esempio

Domanda

Mi chiedo se inserire in un piccolo gruppo ”Bright Start” un bambino con forti problemi di relazione.

Risposte

I bambini in difficoltà sono da considerare uno per uno, nel loro individuale modo di essere e di agire. Questo in realtà vale per tutti i bambini, anche se occorre chiedersi come tutelare un bambino particolarmente fragile, costruendo intorno a lui un gruppo che possa accoglierlo e sostenerlo. Bright Start è un programma rivolto a tutti i bambini ed è utile per sostenere l’intelligenza di tutti, a condizione che il gruppo dei compagni possa elaborare i momenti di difficoltà di un particolare bambino con l’attenta mediazione dell’adulto. Un gruppo “funziona” quando i bambini si sentono compresi e “aiutati nell’aiutare” chi ne ha bisogno; quando ricevono sostegno nell’abbandonare l’insofferenza o a volte il senso di superiorità e competizione. La creazione di questo clima (che qualche volta si respira in intere scuole) è il capolavoro dell’insegnante, di cui i bambini intuiscono le intenzioni e la disponibilità al di là delle parole. È dunque importante per l’insegnante da un lato la consapevolezza di sé, e dall’altro la ricerca di accortezze per rendere possibile e utile il lavoro in gruppo, che potrebbe in questo caso essere meno numeroso. L’esperienza insegna una regola generale: ciò che serve a un bambino in difficoltà serve anche a tutti gli altri bambini, in diversi modi.

(Maria Teresa Mignone, formatrice, traduttrice di Bright Start)

Dire “disturbi relazionali” significa riferirsi a un’ampia gamma di difficoltà, la cui presa in carico può comportare cautele, conoscenze e competenze molto specifiche. Sono d’accordo con l’idea che la decisione di prendere in carico un bambino con problemi nel gruppo Bright Start deve tenere conto dei suoi bisogni individuali, perché non è possibile avere una regola generale sull’inclusione o l’esclusione. Tenendo conto dell’importanza delle loro difficoltà, certi bambini che faticherebbero ad impegnarsi in gruppo nelle attività cognitive trarrebbero vantaggio da un approccio individuale più centrato sull’attaccamento e i traumatismi. Il lavoro in piccolo gruppo può essere insormontabile per dei bambini che hanno dei significativi problemi relazionali e di attaccamento. L’intervento individuale può funzionare, con in più il beneficio di sviluppare una relazione di fiducia con un adulto. La reciprocità nella relazione ha un’importanza particolare. Quando ad esempio sono in gioco la relazione e l’attaccamento a un’altra persona, la mediazione può essere focalizzata sull’induzione di un sentimento di competenza e sulle determinanti non intellettive come la perseveranza e la tolleranza alla frustrazione. Molti bambini che hanno dei problemi di attaccamento e di relazione faticano ad autoregolarsi per mancanza di esperienze di autoregolazione da parte di un adulto di fiducia (condizione importante dell’attaccamento). Quindi l’unità “Controllo di sè” di Bright Start dovrebbe essere particolarmente utile per sviluppare l’autoregolazione. La mediazione del bridging in questa unità dovrà essere specialmente adattata ai bisogni specifici del bambino con problemi in base ai suoi contesti di vita.

(Jean-Louis Paour, professore emerito di psicologia)

Domanda

Come mi comporto quando, durante le attività di “Bright Start”, i bambini non rispondono alle mie domande?

Risposta

Non sempre ottenere risposte è il segno del coinvolgimento dei bambini nel lavoro cognitivo. Anche il silenzio può essere accolto come segno di partecipazione riflessiva. Questo valore dovrebbe essere rispecchiato, ad esempio dicendo “è bene non parlare se non si sa cosa dire, ma si sta pensando”. Questo significa fare da “specchio generoso”, come diceva Carl Haywood, e aiuta i bambini ad avere una buona immagine di sé e a non essere in competizione con gli altri.

Più che sulle risposte dei bambini, che dipendono da molte variabili, è necessario che il mediatore si concentri sulle proprie domande. Sono comprensibili per i bambini? Sono aderenti all’attività che stanno facendo? Ad esempio, invitano i bambini a dire che cosa stanno facendo, o che cosa bisogna fare, e perché? Attivano il ricordo di analoghe attività già svolte e chiedono di provare a dire somiglianze e differenze? Stimolano a pensare ad altri modi possibili di risolvere un problema e a confrontarli tra compagni? Altre domande possono essere suggerite dalla funzione cognitiva sulla quale si sta lavorando, che l’insegnante deve evidenziare nell’esperienza in corso per aiutare i bambini a generalizzarla e a vederla come il “profondo che unisce” due esperienze diverse.

Le domande vanno spesso riformulate perché tutti le comprendano. I tentativi di risposta dei bambini vanno accolti e spesso riformulati dall’adulto, che senza alterarne il senso le rimette in gioco, facendo procedere la discussione.

(Maria Teresa Mignone)

Domanda

Stavo lavorando con “Controllo di sé”, lezione 5, con bambini di 4-5 anni. Nella lezione è previsto che l’insegnante si accordi di nascosto con un bambino per infrangere una regola. I bambini non erano contenti. Hanno detto che è sbagliato infrangere le regole e che non avevano capito che era per finta. Era chiaro che erano confusi. “Come è possibile che la nostra maestra ci insegni le regole e poi ci chieda di infrangerne una?”. Come si puo’ gestire questa situazione? 

Risposta

Quando i bambini di prima elementare hanno fatto la stessa attività, non hanno avuto reazioni negative. Bisogna tener conto del fatto che nella comprensione dei concetti ci possono essere delle differenze da un anno a quello successivo.  Da questo emergono due punti importanti.

  1. Noto spesso che quando gli insegnanti sono “nuovi” nell’uso di Bright Start, vogliono seguire ogni attività suggerita esattamene come viene descritta nel manuale.  Ma non si dovrebbe essere rigidamente legati a questo. Bisogna ricordare che l’attività, la generalizzazione e il bridging devono essere adeguati con cura al livello e alla capacità di comprensione dei bambini. Questa è l’essenza dello stile di insegnamento basato sulla mediazione.  L’intenzionalità da sola non basta. È necessario adeguare le scelte e la mediazione in base ai bisogni dei bambini (reciprocità).

  2. Qualche volta è meglio non focalizzarsi sui bambini, specie quando si sta discutendo di controllo di sé dal punto di vista emotivo o fisico. Quando si affrontano argomenti legati al comportamento, è bene non personalizzare la discussione, se si vuole che i bambini possano pensare a questi argomenti in modo più sereno e generale.

Come fare?

  • All’inizio di ogni lezione, controllare di avere ben presente la giustificazione dell’attività: qual è lo scopo delle attività del giorno?

  • Quali sono le funzioni cognitive sulle quali si lavorerà nelle attività? Controllarle sulla pagina. Poi guardare i Criteri di valutazione cognitiva al fondo della lezione. Che cosa dovrebbero saper fare i bambini alla fine di questa lezione?

  • Scegliere un’attività alternativa con cui raggiungere questi obiettivi.

(Ruth Deutsch, psicologa dell’educazione, formatrice)



Chi fosse interessato al programma Bright Start è invitato a visitare periodicamente il sito dell’Associazione Sistema Multiproposta (sistemamultiproposta.it) per conoscere iniziative, avere accesso a materiali di approfondimento, porre quesiti. Questo sito è collegato a quello internazionale di Bright Start (brightstart-ccyc.com), che metterà in circolo domande e risposte nel Forum in italiano. E’ anche possibile, naturalmente, scrivere direttamente al sito internazionale.

Chi volesse cominciare – o completare – una formazione all’utilizzo di Bright Start può rivolgersi a segreteriasistemamultiproposta@gmail.com